Abuso del congedo parentale


Controlli in merito all’abuso del congedo parentale

Come noto, la legge italiana consente ai genitori di poter godere di alcuni speciali permessi, che sono i permessi per congedo parentale, in caso di nascita di un figlio. L’ordinamento giuridico disciplina nel dettaglio questo tipo di permesso, contemperando l’interesse dei genitori a trascorrere del tempo a casa con il figlio appena nato con quello dell’azienda.

Questo permesso è pensato, spiega la normativa, per tutelare l’interesse al soddisfacimento dei bisogni sia affettivi che relazionali del figlio: si tratta di una conquista importante per i diritti del lavoratore, ma è altrettanto fondamentale che non divenga una giustificazione per compiere dei veri e propri abusi.

La normativa, che è stata disciplinata da ultimo dal decreto legislativo 179/2016, consente a ciascuno dei genitori di assentarsi dall’attività lavorativa per un periodo che, cumulativamente, non deve superare i 10 mesi (undici in casi special) per i primi 12 mesi di vita del bambino.

Detto permesso può essere frazionato in giorni, settimane e anche mesi, se necessari. La retribuzione che viene corrisposta è del 30% fino al compimento del sesto anno di vita del bambino, con possibilità di estensioni in casi particolari.

Il congedo parentale non è da confondersi col congedo obbligatorio di cinque mesi per la madre.

Come capita per tutti i permessi, però, possono verificarsi degli abusi. In particolare, è sempre bene ricordare che il congedo parentale viene concesso a favore dello sviluppo della relazione fra genitori e neonato, di conseguenza se durante questo periodo di congedo viene svolta un’attività estranea rispetto al rapporto genitore-figlio (ad esempio un’attività lavorativa) si configura un vero e proprio abuso, contro il quale il datore di lavoro ha diritto di reagire, in primis rivolgendosi ad un’agenzia investigativa per la raccolta di prove legali.

Investigazioni sull’abuso del congedo parentale

Un’agenzia di investigazioni può fornire al datore di lavoro un valido sostegno per la verifica dell’effettivo concretizzarsi di un abuso del permesso parentale, ed anche per la raccolta delle prove da portare in un eventuale processo allo scopo di ottenere il licenziamento.

In caso di utilizzo del congedo per attività differenti da quelle della cura del figlio, infatti, si verifica uno sviamento dall’uso che il diritto attribuisce al congedo stesso.

Laddove quindi si abbia il sospetto che il lavoratore utilizza alcune o tutte le ore concesse con il congedo parentale per dedicarsi a delle attività diverse rispetto alla cura del figlio, il datore di lavoro può ricorrere ad un’agenzia di investigazioni per potersi dotare di tutte le prove necessarie per poter dimostrare che un abuso è in corso e tutelarsi di conseguenza.

Secondo questa sentenza, il congedo parentale costituisce un diritto potestativo, di conseguenza è possibile anche effettuare una verifica dello stesso – ricorrendo, se necessario, anche all’aiuto di un’agenzia di investigazioni che possa acquisire delle prove su come sono utilizzate le ore del lavoratore in congedo, allo scopo di reprimere eventuali abusi.

Tuttavia, rivolgersi ad un’agenzia altamente professionale è d’obbligo quando si tratta di tutelare gli interessi aziendali intromettendosi in una sfera molto vicina a quella dell’intimità e della vita privata del lavoratore. Di conseguenza, è bene sempre fare affidamento su agenzie di investigazione che offrano un servizio accurato, discreto ed estremamente professionale, che consenta di recuperare tutte le prove necessarie senza andare contro la legge che tutela la privacy del lavoratore nel suo ambiente familiare e di casa.

Il datore di lavoro che quindi nutra dei fondati sospetti sul fatto che il lavoratore utilizzi il congedo per i figli per svolgere attività diverse da quelle di cura della prole può fare affidamento sull’agenzia di investigazioni per abuso del congedo parentale, che si occuperà di verificare se effettivamente un abuso è in corso e, in caso di risposta affermativa, di raccogliere tutte le prove e le evidenze che possono servire per supportare il licenziamento ed una eventuale causa.

Abuso del congedo parentale e licenziamento 

Un datore di lavoro si potrebbe legittimamente chiedere se, una volta verificata l’esistenza di un abuso dei permessi per congedo parentale, sia o meno possibile licenziare per giusta causa il lavoratore. Come stiamo per vedere, la giurisprudenza recente ha avvalorato questa soluzione.

La giurisprudenza di cassazione ha determinato, da ultimo con la sentenza numero 509 dell’11 gennaio 2018, che è passibile di licenziamento il genitore che usufruisce del congedo facoltativo parentale sfruttando questo congedo per svolgere attività differenti da quelle della cura parentale e dei doveri di assistenza al figlio.

Il padre utilizzava questi permessi per poter curare la pizzeria di famiglia, sostenendo che detta attività fosse utile per la migliore organizzazione della vita familiare.

Ciò nonostante, la Corte ha dato ragione all’azienda, dato che era stato effettuato un chiaro abuso del diritto di congedo, sfruttando le ore retribuite con l’indennità come momento per potersi occupare di attività che esulavano la cura del bambino. Nel caso di specie, fra l’altro, l’azienda che aveva assunto il lavoratore aveva usufruito proprio dei servizi di una agenzia di investigazioni allo scopo di verificare che, effettivamente, fosse in corso un abuso.

Nel caso di specie la Corte aveva identificato, nella condotta del padre che aveva utilizzato i permessi parentali per scopi diversi dalla cura del figlio, una lesione dell’altrui buona fede (quella del datore di lavoro alla corretta prestazione lavorativa) con una percezione dell’indennità indebita.

La Corte ha sostenuto che un abuso del congedo parentale può legittimamente costituire una giusta causa di licenziamento del lavoratore, appunto perché questo congedo è stato utilizzato per uno scopo che non aveva nulla a che vedere con l’organizzazione della famiglia e la cura della stessa.

La violazione degli interessi del datore di lavoro va valutata nel concreto, ma se detta violazione è comunque grave rispetto alla fiducia che un datore di lavoro ripone nel lavoratore, il licenziamento per giusta causa è possibile e giustificato.

Questo in tutti i casi di abuso del diritto potestativo di congedo parentale, laddove esso venga strumentalizzato per svolgere una qualsiasi attività (non solo economica, ma anche per esempio di cura di interessi personali) che sia diversa dall’attività di cura della prole, alla quale appunto è dedicato l’istituto del congedo.

Quale agenzia investigativa scegliere?

Come già ampiamente spiegato in questo articolo, per svolgere un lavoro delicato come quello riguardante il controllo dei propri dipendenti, è di estrema importanza rivolgersi ad agenzia con una comprovata esperienza e Know How specifico.

Questo per il semplice fatto che un errore potrebbe mandare in fumo il lavoro di giorni e comprometterlo per sempre dal momento che il soggetto controllato in futuro sarà molto più accorto e si muoverà con alle spalle l’esperienza vissuta.

Non solo, un errore grossolano potrebbe portare a subire una denuncia da parte del dipendente, magari perché il poco esperto investigatore ha infranto la legge solo per spingersi troppo oltre ed ottenere quello che fino a quel momento non era riuscito ad avere, una prova inconfutabile.


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